Si lo posso dire , io c’ero ed ho visto la scena dal vivo, attimo per attimo senza cpire fino in fondo quello che veramente stava accadendo. L’infortunio del giocatore di Genova e lo spettro per Genova di non potere neanche disputare la finale ( nel 3×3 c’è l’obbligo di essere 4 perchè c’è il cambio automatico quando un giocatore va al servizio.
Ed ho assistito alla decisione immediata , quasi istintiva dell’allenatore del Almevilla, che ha proposto immediatamente , giochiamo la partita in 3 anche noi ma giochiamola.
Si è proprio vero… la finale di un campionato d’Italia, e per un paesino della bergamasca il sogno di vincere un tricolore e poi la decisione dettata da uno spirito di sportività che non si può comprare al supermercato, ma che si impara sui campi di pallavolo e lo si insegna ai ragazzini. Nessuna richiesta da Genova o dagli organizzatori ma l’impeto di un uomo , quello che nella foto è al centro con il cappellino bianco in testa: coach Stefano Rota.
E al momento della premiazione l’allenatore di Genova che chiama a sè il team arrivato secondo arrivato condividendo la vittoria.
Il tutto non al torneo della parrocchia … ma all finalissima di un titolo Italiano. E che dire della dignità di questi ragazzini protagonisti di una storia così… lacrime tante e vi assicuro anche fuori dal campo da chi ( genitori, organizzatori, allenatori delle altre squadre ) ha assistito a un qualcosa di bello, normale e fantastico assieme.
Un’ultima cosa: un applauso va anche a chi della commissione gara Fipav e chi come Adriano Bilato e Franco Brasili ha dato l’ok al superamento del regolamento … anche questo molto molto giusto e bello!
Allora capite che dire “Io c’ero” ha un senso diverso, e dire che io in qualche modo faccio parte di questo mondo , il mondo della pallavolo , così diverso , così bello ed umano, è un orgoglio sano e indistruttibile. Grazie a tutti!
Fulvio Taffoni
[Modificato da docangelo 02/06/2014 00:32]