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Il "gigante" Vero Volley

Ultimo Aggiornamento: 23/03/2011 15:28
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23/03/2011 12:04


POLMARY
Ma davvero la Vero Volley è così forte?
Leggevo da qualche parte che è come un gigante con i piedi d'argilla.
Cioè il tentativo di unire le forze, aggregando diverse società, porta indubbiamente peso (politico, sportivo, ...) e tra l'altro a me personalmente sembra anche un'idea bella e intelligente, ma la "fusione" non è facile, e sembra non riesca in maniera automatica.
Se tante società sono unite dietro una sola sigla non significa che questo funzioni automaticamente, giusto?

GENMA
per quanto riguarda il vero volley... gigante con i piedi d'argilla... credo che sia una buona 'foto' della situazione.


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23/03/2011 12:30

Riguardo a questo argomento, vorrei far notare che la squadra di A2 Che Banca, non è che stia andando così bene in campionato ...
Volley Segrate, che lo scorso anno in B2 era arrivata dietro, ora è avanti di diversi punti.
E poi non c'è il rischio che le forze di questo nuovo Consorzio siano troppo focalizzate su questa esperienza in serie A?
A certi livelli entrano gli sponsor che contano, i soldi, mentre il giovanile non credo attiri molti soldi.
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23/03/2011 14:24

intervista alla Presidentessa Marzari
Alessandra Marzari, Presidentessa del Consorzio, è stata intervistata dal portale Sponsornet il 04 marzo 2011.

CHI È

Alessandra Marzari, nata nel 1960.
Consegue una Laurea in Medicina e Chirurgia specializzata in chirurgia d'urgenza e di pronto soccorso; opera presso l'Ospedale Niguarda di Milano.
Il suo percorso nel mondo della pallavolo e della gestione delle società sportive, come lei stessa ricorda, è cominciato davvero per caso, quando nel 2002, seguendo le attività del figlio, che giocava per la U.S. Pro Victoria – Pallavolo Monza, ha risposto ad un invito della società, che chiedeva ai genitori disponibili di dare un aiuto pratico per far fare al sodalizio un salto di qualità.
Da quel giorno l'impegno è andato in crescendo, passando anche attraverso i risultati agonistici delle prime squadre (Webank Monza e Saugella Team Monza) che partendo dalla serie D, nel 2005/2006 ottennero le promozioni alla serie B.
Ha iniziato a gettare le basi di quel modello di gestione che avrebbe portato alla creazione del Consorzio Vero Volley.
Nel 2007 un altro evento significativo; rileva la storica società Volley Milano (fino ad allora conosciuta come Asystel Volley Milano) e ne diviene Presidente.



Non siamo in presenza di una tipica organizzazione professionistica, ma il modello consortile che ruota intorno al Volley Milano, ne assume i contorni manageriali che vanno anche al di là dello sforzo gestionale di un club. Nel logo Vero Volley due parole ne definiscono lo spirito: cultura sportiva. Ogni settimana oltre all'impegno nell'A2 maschile del club milanese, sette società sportive organizzano le attività, di volley e non solo, per 1000 ragazzi e ragazze con un budget globale non poco inferiore a qualsiasi stipendio di uno solo dei calciatori di Inter e Milan. Tuttavia non manca il grande obiettivo, tanto ambizioso quanto realistico: riportare nella città della scala del calcio, il Grande Volley.
Al centro del progetto la tenacia e la determinazione, rischio economico compreso, di una donna, Alessandra Marzari, che ne presiede il sodalizio dalla sua nascita. L'abbiamo incontrata nella sede brianzola e nel raccontarci la sua esperienza, ci confida come ritenga l'obiettivo alla sua portata, avendo lavorato molto negli ultimi anni partendo dai più giovani.

Come e quando nasce la storia della sua esperienza da presidente di Volley Milano e del Consorzio Vero Volley?

Alessandra Marzari: Questa esperienza nasce circa 10 anni fa quando ho iniziato ad interessarmi della Pro Victoria Monza che l'anno a seguire vinse il campionato di serie D. Alcune società limitrofe come Pallavolo Rondò Muggiò e Pallavolo Avis Cernusco mi chiesero un sostegno. Poi ho incontrato Antonio Caserta che mi chiese se il volley fosse una passione passeggera o duratura e alla fine sono diventata presidente di Volley Milano. Le società che mi chiedevano aiuto erano diventate tante e volevo che facessero parte di una realtà più strutturata e quindi mi è venuta l'idea del Consorzio nato poi nel 2008. Sette società hanno firmato uno statuto che definisce l'organizzazione del Consorzio e i suoi obiettivi.

Il Consorzio è aperto solo a società di volley o c'è una prospettiva di polisportiva?

Alessandra Marzari: Abbiamo lasciato aperta questa possibilità. Non c'è nulla di scritto che precluda l'ingresso di altre società non del volley all'interno del Consorzio.

Qual è la logica organizzativa del Consorzio? Si perseguono obiettivi comuni?

Alessandra Marzari: Prima di tutto è la condivisione di un progetto di cultura sportiva, che parte dall'attività di base sul territorio, con i "Progetti Scuola", dedicati ai bambini delle primarie, per passare attraverso il minivolley ed il settore giovanile e giungere all'attività delle squadre adulte e nazionali; tutto si sviluppa con una grande azione di formazione, unita alle molte collaborazioni ed agli studi realizzati con le università. Naturalmente è importante l'aspetto organizzativo: i servizi centralizzati, la formazione e l'aggiornamento di dirigenti e tecnici, l'organizzazione di eventi. Il Consorzio aiuta anche le società nella realizzazione di progetti che il Consiglio di Amministrazione reputa interessanti ed attinenti allo statuto.

Dunque un modello organizzativo, quella del consorzio, abbastanza originale che va oltre la gestione del Volley Milano.

Alessandra Marzari: Non a caso il nostro modello ed il nostro progetto culturale sono stati scelti dal comitato scientifico del prestigioso Master Fifa, il famoso corso di specializzazione post-universitaria per i futuri manager sportivi, come caso di studio da inserire nel programma di formazione. Lo scorso 25 gennaio gli studenti del Master Fifa, accompagnati dai docenti della SDA Bocconi, una delle tre università europee che partecipano alla gestione del Master, hanno trascorso un'intera giornata con il Consorzio Vero Volley, per approfondirne la conoscenza, insieme a quella del mondo del volley.
Inoltre io stessa ho scelto di effettuare un percorso con SDA Bocconi, che mi ha portato a frequentare nello scorso anno accademico i corsi di formazione e cultura manageriale della Sport Business Academy; quest'anno poi sono stata invitata a fare parte del Program Advisory Team di Sport Manager, programma di sviluppo delle competenze manageriali.

Le risorse vengono gestite autonomamente dalle singole società consorziate o c'è una cassa comune? Esiste un bilancio consolidato?

Alessandra Marzari: Il Consorzio ha una sua contabilità a parte. Ogni società sportiva è separata ed autonoma, alla fine dell'anno tutte presentano i propri bilanci.

Qual è la dimensione sociale del consorzio?

Alessandra Marzari: Bisogna considerare che, tra i sette club, ci sono società che si autofinanziano perché partecipano a categorie giovanili e società che hanno anche squadre di serie nazionale, A2, B1 e B2 che invece necessitano di maggiori introiti. Gli atleti dal minivolley alla serie A sono in totale più di 1.500. Inoltre va considerata l'attività nelle scuole primarie che coinvolge oltre 10.000 bambini nelle province di Milano e Monza Brianza.

Veniamo al principale impegno del club di Milano: su che livelli di budget state per affrontare un campionato di A2 a Milano?

Alessandra Marzari: Siamo intorno ai seicentomila euro per fare una buona squadra. Dipende anche dalle spese del palazzetto, ci sono dei comuni, che pur di avere una squadra in A, mettono a disposizione il palazzetto decurtando una cifra importante dal budget delle società.

Quanto incidono gli stipendi dello staff sportivo sul budget e quindi qual'è la media stipendi? Nella gestione dei contratti dei giocatori si confronta con la problematica dei procuratori sportivi che tendono al rialzo degli stipendi?

Alessandra Marzari: Direi che il costo per la squadra incida per un 65-70% del totale, con un range per gli stipendi dei giocatori che va dai 2mila fino ai 7mila euro netti al mese. Non concordo con la figura del procuratore sportivo "squalo". Naturalmente è importante che il procuratore svolga il suo lavoro con onestà, ma francamente ho dei buoni rapporti con tutti.

Provenendo da un tipo di esperienza amatoriale, qual è il modello organizzativo che aveva immaginato o che sta costruendo?

Alessandra Marzari: Il nostro è un work in progress. Dobbiamo capire quale modello sia più adatto alla nostra organizzazione. Sicuramente non un modello familiare che non si addirebbe alle dimensioni del consorzio. È necessario che abbia le idee chiare, evitando di fare il passo più lungo della gamba.

L'obiettivo è portare il grande volley a Milano. In quanto tempo e attraverso quali passaggi?

Alessandra Marzari: Già riportare la Serie A a Milano è stato un passaggio importante. Il problema adesso riguarda l'impiantistica. Il Palalido è in ristrutturazione e non credo sarà pronto per l'anno prossimo. Per un programma di A1 competitiva non si può prescindere dall'avere la certezza della propria "casa" e della sua qualità per ospitare pubblico e sponsor.

Il vostro è uno sponsor importante. Come lo avete convinto?

Alessandra Marzari: Il primo contatto con lo sponsor è stato personale. L'idea di poter dare il nome "CheBanca!" alla squadra è stata molto importante, così come vestire i colori della loro società. Credo che anche la mia passione e tutto il progetto li abbia convinti. C'è da dire che il volley ha degli investimenti diversi dal calcio e dal basket.

C'è un accordo pluriennale?

Alessandra Marzari: No, è un accordo di un anno. È uno sponsor arrivato in corsa, ho iscritto la società con il nome Vero Volley. Ma sappiamo che in loro c'è un buon livello di soddisfazione per il lavoro comune che abbiamo sviluppato.

La funzione marketing è e sarà importante nel supportare gli sponsor. Svolgete delle attività specifiche?

Alessandra Marzari: Anche quando eravamo meno strutturati, i nostri sponsor sono sempre stati molto contenti di quello che facevamo. Per quanto riguarda le attività abbiamo innanzitutto una comunicazione costante e poi siamo disponibili e flessibili verso le loro richieste. Tra pochissimo sarà online il nuovo sito, completamente rifatto con una logica più moderna.

I tifosi che seguono la squadra non sono ancora numerosissimi: state già pensando a come attivare la vostra mission verso i tifosi milanesi?

Alessandra Marzari: Ci segue una media di 700-800 persone, ma bisogna considerare che giochiamo a Cinisello. Ripeto che per parlare ai tifosi, dobbiamo capire come sarà il Palalido per attivare una strategia di marketing. Naturalmente conteranno anche i risultati sportivi.

Con un grande palazzetto, una serie di attività del marketing potranno "esplodere". Penso ad esempio alle opportunità di una web-tv...

Alessandra Marzari: In tal senso consideriamo che in A2 abbiamo l'obbligo di fare riprese televisive a nostre spese. Per la web-tv, la Lega ha cablato i palazzetti della serie A1 ma non quelli della A2.

Qual è il suo rapporto con la Lega Volley e i suoi colleghi presidenti: c'è la possibilità di una delega più forte per sperimentare anche soluzioni modello NBA?

Alessandra Marzari: La Lega oggettivamente sta facendo un buon lavoro anche se alcune scelte non le condivido. L'NBA ha un vantaggio notevole: non ci sono retrocessioni. Ci sono cose davvero interessanti che potremmo mutuare, ma l'NBA è troppo diversa dai nostri campionati. Tuttavia credo che su tutti gli aspetti di gestione ci sia ancora moltissimo da fare.



[Modificato da docangelo 23/03/2011 14:24]
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23/03/2011 14:53

lo avevo letto...
vedi, io ho paura di una cosa: c'è un grande entusiasmo (lo si percepisce dalle parole della marzari) per la squadra in A2, lo sponsor, la visibilità, la squadra a milano, il palalido nel futuro... ma questo non comporta dei rischi? Chi trascina chi?

E' la squadra di A2 che dà forza e trascina tutto il consorzio Vero Volley, oppure è tutto il consorzio, con le tantissime squadre giovanili che da forza e trascina dietro la squadra di A2?
Nel sito, da quando c'è la squadra in A2, lo spazio che ha preso è predominante rispetto al resto delle attività.

Non so, io forse avrei preferito un Consorzio tutto focalizzato sul giovanile, ma come al solito sono un utopista.
Paolo
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23/03/2011 15:00

Il Vero Volley è una realtà che ormai ha monopolizzato davvero quasi tutto il volley di Milano e Monza.

Più che un discorso tecnico, guarderei l'aspetto economico della gestione Vero Volley. C'è un giro di soldi pazzesco e il budget di questa realtà per qualsiasi livello di squadra è abnorme rispetto alle altre realtà che disputano pari categoria.

Per far capire in parole più semplici: se una serie B2 femminile ha un budget medio di 10 euro, la B2 del Vero Volley ha un budget decisamente maggiore perchè si hanno disponibilità economiche gigantesche rispetto a tutti gli altri e quindi si possono prendere i migliori tecnici, i migliori giocatori, i migliori preparatori e cosi via.

La domanda è: da dove arrivano tutti questi soldi e tutti questi sponsor??? a tal proposito aggiungo qui di seguito un articolo che vi farà capire meglio chi è la presidentessa del Vero Volley.

Candy, la terza generazione parla turco e cinese
di Alberto Mazzuca

Solo negli ultimi mesi lo shopping in giro per il mondo è costato 150 milioni

È una terza generazione piuttosto affollata ma in cui ognuno ha il suo spazio. Il primo ad entrare in azienda è nel 1976 Silvano, il figlio più grande di Niso. Nativo di Monza, è del 1950, una laurea in fisica alla Statale di Milano e un master in gestione aziendale all'Insead di Fontainebleau. Sposato con Elena Motta e padre di due figli (Cinzia lavora alla Deloitte, Luca è un ricercatore alla Saes Getters), hobby del computer, Silvano segue le orme del padre, occupandosi in prevalenza degli aspetti tecnologici e industriali della Candy che ha un catalogo di ben 1500 modelli, in gran parte rinnovato ogni due anni, e un centro ricerca con 120 tecnici. È l'amministratore delegato del gruppo mentre i fratelli più giovani, Maurizio ed Eden, che sembrano gemelli ma non lo sono, hanno la responsabilità rispettivamente della finanza e della Divisione cottura.
Il numero uno. Il Ceo del gruppo, è Aldo Fumagalli, il figlio di Peppino: anche lui monzese, è del 1959 ed è in Candy dal 1985 dopo la laurea in ingegneria elettronica al Politecnico di Milano e il master in gestione aziendale alla Bocconi. Sportivo, ex giocatore di pallavolo e amante delle moto, Aldo si è in prevalenza occupato del commerciale, ha un fratello quarantenne, Beppe, che dirige il settore dei piccoli elettrodomestici, è sposato con un chirurgo, Alessandra Marzari, ed è padre di tre figli. Candy ora lancia la la sfida della redditività: il target, ammette Silvano, «è ambizioso: raddoppiare il fatturato in 4 anni e raggiungere i dieci milioni di pezzi».
Il gruppo, interamente di proprietà Fumagalli, ha 7.059 dipendenti di cui 5.255 all'estero, quartiere generale sempre a Brugherio, 11 stabilimenti (3 in Italia: Brugherio, Lecco ed Erba ma quello di Erba è destinato alla chiusura), 38 consociate, un fatturato 2006 di 1054 milioni di euro. Opera con due marchi internazionali: Candy e Hoover.
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23/03/2011 15:11

bisogna stare attenti non sempre chi vuole piu' soldi e' il migliore... sia a livello di atleta che a livello di allenatore.

quindi bisogna capire se le cose le stanno facendo bene oppure no... e questo solo il tempo lo dira'.
_________

zzz...zzz
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23/03/2011 15:22

Re:
genmaforever, 23/03/2011 15.11:

bisogna stare attenti non sempre chi vuole piu' soldi e' il migliore... sia a livello di atleta che a livello di allenatore.

quindi bisogna capire se le cose le stanno facendo bene oppure no... e questo solo il tempo lo dira'.



Genma non intendevo dire assolutamente che chi più spende più vince anzi..

Volevo solo far capire che tutto questo super consorzio è tenuto in piedi grazie anche ad un giro di denaro che altre società si sognano.

Le varie promozioni ottenute dalle squadre del consorzio, soprattutto a livello regionale e nazionale, sono date dal fatto che sono stati presi determinati giocatori e allestite squadre di assoluto livello con giocatori stipendiati che in quella determinata categoria facevano la differenza.

Poi c'è anche da considerare che, essendo la pallavolo uno sport dove si fa sempre fatica a tirare avanti, sono solo contento che questi soldi vengano spesi all'interno del pianeta volley!


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23/03/2011 15:28

Re:
genmaforever, 23/03/2011 15.11:

bisogna stare attenti non sempre chi vuole piu' soldi e' il migliore... sia a livello di atleta che a livello di allenatore.
quindi bisogna capire se le cose le stanno facendo bene oppure no... e questo solo il tempo lo dira'.



Ma quando parli di gigante "con i piedi di argilla" a cosa ti riferisci? Incompetenza, cattivi investimenti? O altro?




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