La realtà è che non siamo mica tutti campioni

Ho visto sul sito della VeroVolley che ci sono interessanti incontri di formazione per gli allenatori. Titoli come:
"Con gli adolescenti nello sport di squadra"
"Identificazione precoce dei segni del disagio nei piccoli atleti".
Mi fa molto piacere che ci sia formazione per gli allenatori, visto il ruolo importante che hanno. I nostri figli passano parecchio tempo, tra allenamenti e partita, e qualcuno/a inizia a chiamarli "il mio secondo papa", "la mia seconda mamma".
Perchè io ho una preoccupazione: quando le cose iniziano a diventare serie, quando si fanno 3, o addirittura 4 allenamenti alla settimana, chi dice poi ai nostri figli/figlie, "guarda, devo dirti con onestà che non sei un campione, e quindi non farti troppe illusioni...".
Chi li fa scendere alla realtà, al fatto che solo pochi diventano davvero giocatori con un possibile eventuale futuro?
Credo sia importante farsi queste domande, perchè la maggior parte dei nostri figli non diventerà un campione, ma magari credono di esserlo, un po'.
La formazione degli allenatori, e qualche incontro formativo e di confronto con i genitori, forse, non guasterebbero.
Paolo

Sinceramente finora qui al Vero Volley non ho trovato nessun atteggiamento "gasato" in nessuna delle atlete e tantomeno in nessuno degli allenatori.
Era così anche l'anno scorso in under13 alla Pro, ma credo che il fattore età fosse ancora di per sè "protettivo", nel senso che, ancora bambine, quello che contava per loro era soprattutto lo stare insieme, giocando e divertendosi.
Chiaro che col passare degli anni, e credo che l'under16 sia tappa fondamentale, ogni ragazza, soprattutto se gioca in squadre di vertice, sviluppa coscienza delle proprie capacità e proietta il proprio futuro sportivo in maniera più o meno ambiziosa.
Non tutte saranno delle Piccinini, ma parecchie di loro potrebbero calcare i campi di serie C o D.

Credo che l'intensità della periodicità degli allenamenti debba essere proporzionata al tipo di campionato che si intende fare.
Squadre che non hanno particolari ambizioni possono anche limitarsi a 2 allenamenti settimanali, ma se devi confrontarti con squadre di vertice e non sfigurare (non dico vincere), ti devi adeguare ai loro ritmi (normalmente 4 allenamenti ala settimana) o perlomeno avvicinarli (3 allenamenti).
Sarà la passione personale a decidere se ne vale la pena, non certo i risultati.
Il divertimento stà soprattutto nel giocare, non necessariamente nel vincere.
Il problema si crea se l'obbligo di vincere ti viene imposto dalla società. A quel punto si rischia di non divertirsi più e di "scoppiare" se non arrivano i risultati.

Assolutamente, anch'io ritengo che vero volley stia attenta a questi aspetti, e la conferma è proprio la formazione che vedo viene fatta con scrupolosità nei confronti degli allenatori.
Era un discorso in generale e i miei sono pensieri a voce alta.

Le ragazze, a questa età, stanno vivendo un periodo di una tale importanza! Meritano di essere seguite con grande attenzione, ancor più da una società sportiva che fa agonismo, che ha un progetto educativo. Credo che i disagi si possano manifestare, e pensare che una società sportiva è attrezzata per questo, mi rasserena.

Ma mi domando: è giusto aspettarsi questo da una società sportiva?
Credo sia giusto "aspettarsi" una attenzione su questi aspetti, forse più di altri aspetti.
Lo sport è un grande "educatore" e l'allenatore ha un ruolo non da poco. Non è un educatore, ma inevitabilmente "educa".

P.S. Ho provato anch'io a fare qualche foto all'ultima partita delle nostre U13 Fipav, U14F PGS, ma sono venute abbastanza una schifezza. Ho una Nikon P6000, niente di eccezionale. Dovrò settarla meglio, soprattutto per le sequenze sportive e per la luminosità.

polmary@, 16/11/2010 12.27:

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Lo sport è un grande "educatore" e l'allenatore ha un ruolo non da poco. Non è un educatore, ma inevitabilmente "educa".

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Se è un allenatore coscenzioso, dovrebbe dedicare al lato umano delle sue atlete la stessa partecipazione che richede loro dal lato prestazionale sportivo.
Sono sicuro che molti allenatori sono così (Gian, Gus....siete in ascolto vero ?!?).
Anche i tecnici che attualmente allenano la nostra U14 sotto questo aspetto sono molto attenti, e non credo solo per impostazione societaria, quanto per carattere personale.
Bisogna però fare attenzione a quelli che "usano" le proprie atlete, le spremono come limoni dal punto di vista psicologico e sportivo, per poi scaricarle senza alcuna spiegazione personale (che sarebbe assolutamente "dovuta" non solo per la giovane età delle atlete con cui si raffrontano, ma anche per gli anni di lavoro insieme), magari delegando il tutto a scelte societarie che non li riguardano....io ne ho conosciuti.

ne ho conosciuti un po' anche io, e ce ne sono tanti ancora in giro... ;)

quest'anno sto 'spremendo' anche io un po' le mie ragazze, facendogli fare sempre 2 campionati in contemporanea... pero' sono tante (15-16) ed e' l'unico modo di farle crescere :D

polmary spero di conoscerti quando giocherai al ritorno con il quinto... se non ho partite vengo giu' ;)

ps, nel forum del quinto sono painkiller ;)

genmaforever, 18/11/2010 11.01:

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quest'anno sto 'spremendo' anche io un po' le mie ragazze, facendogli fare sempre 2 campionati in contemporanea...

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Ma no Gian, per "spremere" un'atleta intendo USARLA in una certa categoria, perchè indubbiamente brava, per poi di colpo abbandonarla al suo destino, senza consigliarla su una scelta diversa che le permetta comunque di giocare e divertirsi anche se non in formazioni di primissimo piano, che hanno il diritto di fare scelte dolorose con nuovi arrivi più "fisicati".
E' la mancanza di comunicazione e di rapporti umani che mi lascia perplesso, non la competitività e la conseguente selezione.

P.S. A domani !!!!!!!!!! ;))

docangelo, 19/11/2010 19.30:

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Ma no Gian, per "spremere" un'atleta intendo USARLA in una certa categoria, perchè indubbiamente brava, per poi di colpo abbandonarla al suo destino, senza consigliarla su una scelta diversa che le permetta comunque di giocare e divertirsi anche se non in formazioni di primissimo piano, che hanno il diritto di fare scelte dolorose con nuovi arrivi più "fisicati".
E' la mancanza di comunicazione e di rapporti umani che mi lascia perplesso, non la competitività e la conseguente selezione.

P.S. A domani !!!!!!!!!! ;))

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e purtroppo quello che dici ora e' un problema che c'e' in tante societa' che fanno sport a livello 'alto'... ;)

in questo discorso io non posso che ascoltare i vostri preziosi consigli.

Sono convinto che molto lo possano fare anche i genitori (almeno fino ad una certà età dei figli). Un atteggiamento sportivo, entusiasta ma non sfegatato, attento alle dinamiche di gruppo, al clima che si crea... questo secondo me potrebbe aiutare tutti. Certo, se ci sono società così spinte, forse è il caso che ci vadano proprio quelle che ci credono davvero tanto.

p.s. ieri partita U14 PGS: OMF - Volley Milano Cassinis 1-3
Primi in classifica a punteggio pieno, 6 su 6
Ma stiamo parlando di un torneo con ambizioni e pretese di un certo tipo.
Noi tutti comunque ci divertiamo lo stesso. ciao.