00 13/05/2011 17:53
Re:
trentinis, 13/05/2011 17.31:

Un tempo (come tutti i vecchi parlo del passato) si insegnava/imparava a giocare a pallavolo prima di tutto. C'era una base tecnica forte che puntava sui fondamentali. Si partiva tutti "universali" nel senso che ti insegnavano a giocare in qualsiasi ruolo, quindi anche a ricevere, difendere e a palleggiare in maniera quantomeno decente. D'accordo, si iniziava più tardi (al liceo sostanzialmente), ma comunque i due anni di "allievi" erano così. Vi faccio due esempi di quello che voleva Bazan nel primo anno di juniores (U18 adesso):
1) le alzate in banda per essere perfette dovevano essere molto alte e cadere quasi in verticale vicino all'astina. Motivo: lo schiacciatore con quella palla ha a disposizione tutti gli angoli e può prendere la palla a braccio teso sempre.
2) in campo bisognava essere schierati sempre come dei soldatini gestendo la zona di competenza. E non si incazzava se poi in C2 trovavi il vecchietto che ti buttava la palletta sporca e cadeva, ma se da zona 6 non facevi il "pendolo" nel modo corretto venivano giù i muri.
Oggi vedo che soprattutto nelle squadre di vertice si punta fin dalla 14 (anche prima) a una specializzazione esasperata. Fanno in fretta: quella che picchia più forte va in banda, quella che difende meglio copre tutti. Ma così si costruiscono solo dei giocatori "incompleti" e magari "a tempo".
Parlando con il mio vecchio Presidente, oggi numero uno Fipav in Lombardia, si diceva che noi prodotti di Bazan avremmo potuto giocare fino a 40 anni a buon livello, perché con la tecnica che avevamo ci potevamo permettere anche di saltare un po' meno. Oggi uno schiacciatore tutto forza è destinato a sparire quando di forza ne avrà un po' meno...
Il consumismo è dilagato anche nello sport...




mi sento un figlio di bazan di seconda generazione... ;)
il mio primo allenatore era stato un 'bimbo' di bazan ai tempi... mi rivedo in quello che dici ;)
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zzz...zzz