00 20/10/2015 12:05
da cumhonorepugna
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Nessuno ha mai avuto il buonsenso di dirmi che giocando mi sarei trovata faccia a faccia con i miei limiti, che ci avrei sbattuto il muso contro e che a volte avrei dovuto arrendermi al fatto che certe cose non le posso proprio fare.
E nessuno, ma proprio nessuno, mi ha mai informata del fatto che a volte va bene anche così, va bene non essere la migliore, va bene sbagliare, va bene cadere e va bene non sentirsi all’altezza di tutte le situazioni. Va bene perfino perdere, ogni tanto, pensate un po’!
Nessuno mi ha mai detto che la pallavolo entra sotto la pelle delle persone, che per la pallavolo mi sarei alzata alle tre di notte (proprio io che amo dormire fino a mezzogiorno!), che avrei avuto le lacrime agli occhi dopo una partita vinta o dopo una medaglia conquistata.
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Nessuno mi ha mai mai mai detto che mi sarei divertita così tanto. Nessuno mi ha mai spiegato l’adrenalina, l’energia, le risate, la gioia che si sprigionano ogni volta che si mette piede in campo.
La verità è che forse certe cose è meglio non spiegarle per nulla. Certe sensazioni, certe situazioni si devono solo vivere e conservare, senza sapere in anticipo cosa succederà una volta indossata la divisa.
Perché in fondo è sempre meglio imparare che sapere, è sempre meglio allenarsi a fare che saper fare.



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