00 13/10/2014 08:57
#Italy2014: Valentina Diouf, colonna d’Italia

da Pallavoliamo.it:

I suoi 31 punti hanno cambiato la rotta della finalina con il Brasile, iniziata malissimo per l’Italia e poi allungata fino al tie-break. A trascinare letteralmente la Nazionale, Valentina Diouf: dal momento del suo ingresso in campo nel primo set, è diventata il terminale d’attacco principale per Lo Bianco, che le ha recapitato 62 palloni e ne ha visti mettere a terra il 47%.
Il volto-copertina della gara con cui la formazione di Bonitta si congeda dal Mondiale italiano al Forum è quello del nuovo opposto della Unendo Yamamay Busto Arsizio, i cui tifosi, via social network, scoppiano già d’affetto attendendola a braccia aperte.

“Nello spogliatoio ci eravamo dette che avremmo dovuto aggredire il Brasile da subito – racconta Valentina dopo il match – Era l’unico modo per contrastarle. Questo atteggiamento si è visto, ma a fasi alterne: nei due set che abbiamo vinto siamo riuscite a stare sopra perché abbiamo messo in campo un ritmo molto più alto del loro”.

Che giudizio dai del vostro Mondiale?
“Il bilancio è molto positivo, siamo un gruppo in crescita e abbiamo lavorato tanto. C’è un po’ di delusione perché l’obiettivo era il podio. Ci è sfuggito ma abbiamo comunque la consapevolezza che siamo in grado di sostenere il confronto con le squadre più forti del mondo”.

La tua valutazione personale?
“Io sono soddisfatta delle mie prestazioni, ce l’ho messa tutta e non so se sarei riuscita a fare di più.
Ci credevo tantissimo e ci credo ancora: penso che tutto quanto abbiamo vissuto ci serva da lezione e le prossime volte saremo ancora più decise e più consapevoli delle nostre forze”.

Quali differenze hai vissuto nella tua esperienza azzurra tra l’estate scorsa e questa?
“La nazionale è sempre la nazionale e regala grandi emozioni in ogni occasione. L’anno scorso è stato il mio esordio, ma le prime Final Six del Gran Prix sono state fondamentali per la mia crescita personale. Sono contenta perché non sto saltando tappe e il mio cammino sta andando tutto in crescendo. Spero di continuare così”.

La squadra ha saputo spesso trovare nuova linfa da sostituzioni o anche vere e proprie “rivoluzioni” tra un set e l’altro o tra un passaggio e l’altro dello stesso parziale.
“C’è stata molta disponibilità da parte nostra, si è sempre detto che eravamo un gruppo composto da 14 titolari e così è stato in tutte le occasioni. Siamo riuscite la maggior parte delle volte a sostenere i cambiamenti perché chiunque è entrata lo ha fatto con la voglia di guadagnarsi il posto e giocare da titolare”.

Contro il Brasile hai avuto la sensazione di stare sorreggendo il peso dell’intera squadra sulle spalle?
“Il mio ruolo ha queste caratteristiche. Tanti palloni vengono attaccati dall’opposto, e in generale i più difficili vengono alzati lì in qualsiasi momento della gara, anche se la squadra non è in un passaggio di particolare sofferenza. Per me ciò non rappresenta un peso, ma una gratifica: significa che c’è molta fiducia in me da parte delle compagne e dello staff. E in quei momenti avverto anche la fiducia del pubblico”.

È stata la partita più bella della tua vita?
“No, perché non abbiamo vinto”.

Tre ventenni hanno contribuito a tenere a galla l’Italia nel momento più difficile. Che effetto ti fa?
“Positivo sicuramente. Vuol dire che abbiamo tutte le potenzialità per fare bene. Penso che il Brasile sia una squadra molto forte, ma come tutte abbia anche dei punti deboli. Noi siamo riuscite a infilarci in questi punti deboli e ad ottenere grandi cose. In futuro non so se la scamperanno sempre”.

Fuori dal campo è stato anche il Mondiale del grande pubblico e dell’entusiasmo sui social network. Lo hai avvertito in modo particolare? Hai aumentato i tuoi follower?
“È stato un Mondiale molto bello da questo punto di vista. Personalmente ho sentito il sostegno di tanta gente, parecchia anche che non mi sarei aspettata. Ad esempio, Alessandro Cattelan mi ha scritto per farmi i complimenti e tanti vip, come Fiorello, ci hanno sostenuto. Trovo sia importante: la pallavolo non è ancora allo stesso livello del calcio, ma sta prendendo piede”.

Stefano Pagli
foto Luigi Di Fiore
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