00 05/05/2014 09:31
LA TEORIA

Le squadre più forti a livello nazionale, negli ultimi hanno, hanno cambiato metodologia nell’insegnamento del fondamentale del palleggio agli atleti under 13 ed under 14.

Stiamo parlando di società come Orago, Foppapedretti, Scuola Anderlini, ma anche le più blasonate società maschili.

Nella sostanza, ciò che una volta si riteneva accettabile solamente nel minivolley, oggi viene adottato come vera e propria metodologia di insegnamento del palleggio in under 13 ma anche in under 14.

Alcune società in regione hanno deciso di seguire questo approccio che ha già dimostrato di garantire ottimi risultati. L'Ata Trento Volley è una delle società che ha deciso di seguire questa linea di insegnamento.

Questa strategia metodologica ha accompagnato la crescita sportiva dei migliori palleggiatori giovanili italiani, ma non solo dei palleggiatori. Grazie a questo approccio, anche il fondamentale dell’attacco trae benefici perché aumentano sensibilmente il numero delle palle precise giocabili dall’attaccante.

Il palleggio trattenuto è comunque una questione che interessa gli atleti per un periodo temporale assai limitato. Quando gli stessi acquisiscono la forza e le abilità tipiche di questo fondamentale, progressivamente riducono il tempo della trattenuta fino ad esprimere un palleggio praticamente perfetto. La cosa è molto evidente nella categoria under 13, si attenua in quella under 14 e sparisce totalmente nelle categorie superiori. Chiaramente molto dipende anche dallo sviluppo fisico degli atleti in questione.

Ma a cosa serve precisamente seguire questa metodologia?

1. Questa metodologia soddisfa il requisito di obbligare l’atleta ad arrivare bene sotto la palla in una posizione neutra.

2. Obbliga l’atleta a tenere le mani ben aperte, a far entrare la palla nelle mani (utilizzando la superficie di tutte e 10 le dita), allontanando il comune difetto di gran parte dei giovani atleti che imparano ad andare verso la palla con mani e dita rigide per respingere anziché accogliere il pallone.

3. Consente di esprimere più forza nel pallone e di migliorare sensibilmente la parabola della palla favorendo l’obiettivo dei tre tocchi finalizzati (in talune squadre under 13, inesistenti) e consentendo così un maggior numero di azioni che si concludono con un attacco.

4. Permette, a livello didattico, di iniziare prima l’approccio al palleggio rovesciato (indietro) con chiare conseguenze positive per lo sviluppo del gioco.

5. Evita l’acquisizione ed il consolidamento di movimenti errati generati dall’esigenza di far palleggiare a tutti i costi atleti che non hanno ancora la forza e la sensibilità per eseguire un palleggio corretto.


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