00 26/11/2013 18:42
Se Abramo Lincoln avesse avuto una figlia pallavolista, la sua famosa lettera sarebbe stata probabilmente così:

"La mia figlioletta inizia oggi la pallavolo: per lei, tutto sarà strano e nuovo per un po’ e desidero che sia trattata con delicatezza. È un’avventura che potrebbe portarla ad attraversare società sportive, un’avventura che, probabilmente, comprenderà sfide, sconfitte e dolore. Vivere questa vita richiederà pazienza, passione e coraggio.

Dovrà imparare, lo so, che non tutti gli allenatori sono giusti, che non tutti i dirigenti sono sinceri.
Però le insegni anche che per ogni incompetente, c’è un bravo coach;
che per ogni direttore sportivo egoista c’è un manager scrupoloso…

Le insegni che per ogni nemica c’è un amica,
cerchi di tenerla lontano dall’invidia, se ci riesce, e le insegni il segreto di un sorriso discreto.
Le faccia imparare subito che gli arroganti sono i primi ad essere sconfitti…

Se può, le trasmetta la meraviglia dei palleggi e delle schiacciate…

Ma le lasci anche il tempo tranquillo per ponderare l’eterno mistero degli uccelli nel cielo, delle api nel sole e dei fiori su una verde collina.

Le insegni che in palestra è molto più onorevole sbagliare piuttosto che imbrogliare…

Le insegni ad avere fiducia nelle proprie forze, anche se tutti le dicono che sta sbagliando…

Le insegni ad essere gentile con le persone gentili e spietata con gli arroganti.

Cerchi di dare a mia figlia la forza per non seguire la massa, anche quando tutti saltano sul carro del vincitore…

Le insegni a dare ascolto a tutti, ma le insegni anche a filtrare ciò che ascolta col setaccio della verità, trattenendo solo il buono che vi passa attraverso.

Le insegni, se può, come ridere quando è triste.
Le insegni che non c’è vergogna nella sconfitta.
Le insegni a schernire i cinici ed a guardarsi dall’eccessiva dolcezza.

Le insegni a cedere il suo cartellino al miglior offerente, ma a non dare mai un prezzo al proprio cuore e alla propria anima.

Le insegni a non dare ascolto alla gentaglia urlante e ad alzarsi e combattere, se è nel giusto.

La tratti con gentilezza, ma non la coccoli, perché solo attraverso la prova del fuoco si fa una buona pallavolista.

Lasci che abbia il coraggio di essere impaziente.
Lasci che abbia la pazienza per essere coraggiosa.
Le insegni sempre ad avere una sublime fiducia in sé stessa,
perché solo allora avrà una sublime fiducia nel genere umano.

So che la richiesta è grande, ma veda cosa può fare…
E’ una così cara ragazza mia figlia”

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