TdR, Luciano Pedullà: "Senza presunzione, trionfo meritato"
Obiettivo raggiunto e con pieno merito.
Prima ancora di entrare nel merito dell’ottavo successo al Trofeo delle Regioni,
Luciano Pedullà vuole subito ringraziare “tutti: dalle società e
ai rispettivi tecnici che si sono sempre mostrati disponibili, sensibili
alle nostre esigenze ed estremamente collaborativi.
Al CRL che ci ha offerto il massimo sostegno in ogni momento
della stagione e infine alle ragazze. Non solo a coloro che
abbiamo portato ad Abano ma anche a tutte quelle che,
per ragioni numeriche, non sono venute al TdR ma che
sono state importantissime nella fase di costruzione
e di crescita del gruppo. E’ una vittoria di tutte
queste componenti, senza distinzione alcuna”.
Esauriti i doverosi e sentiti ringraziamenti,
Pedullà inizia l’analisi di questo trionfo: “Al
termine dell’ultimo collegiale pensavo che
il primo obiettivo fosse quello di evitare
pericolosi scivoloni soprattutto in ricezione.
Già dopo le prime partite ho capito
che avremmo raggiunto questo primo
step anche perché le altre selezioni non
avevano certo una battuta trascendentale.
Abbiamo quindi potuto sviluppare
al meglio il nostro gioco sfruttando al meglio
tutte le nostre potenzialità”. Che sono sembrate
notevolmente superiori, dal momento che non
avete perso nemmeno un set: “Solo la Puglia
si è avvicinata al traguardo di strapparci un set
chiudendo a quota 18. Senza presunzione dunque,
direi che il gap con le altre rappresentative
era davvero ampio. Però…”. Però? “Bisogna
subito dire due cose: la prima è che alcune selezioni
come Veneto, Emilia e Piemonte, si sono
presentate ad Abano pensando al 2013 cioè con
ragazze che saranno ancora in età per il prossimo
Trofeo delle Regioni pagando quindi dazio sia
a livello fisico che di esperienza oltrechè
tecnico”. E la seconda? “Nonostante il dominio
devo dire che la nostra selezione è sicuramente
di buon livello ma ha enormi progressi da fare
soprattutto in ricezione”. Pedullà allarga quindi
l’analisi all’intera manifestazione: “Quello della
ricezione e quindi del bagher è un problema che
non va sottovalutato. Di noi ho già detto ma anche
tra le nostre avversarie, quindi pure nella
Toscana finalista, ho notato enormi difficoltà in
ricezione che derivano da un bagher molto defi-
citario. E’ inutile avere grandissime potenzialità
in attacco se non si riesce ad organizzare un
gioco che permetta di sfruttarle al meglio! E,
con un bagher carente, è come voler costruire
una casa su fondamenta scricchiolanti”. Il tuo
sembra un vero e proprio grido d’allarme… “Lo
è senza dubbio perché rischiamo di pagare questa
carenza in un futuro nemmeno troppo lontano.
Faccio un esempio provocatorio: si dice
che è più difficile insegnare un bagher corretto
ad atlete molto alte. Noi avevamo in campo Angelina
che è 190 cm ma è andata poche volte
in difficoltà in ricezione: come mai?” Pedullà dà
subito la spiegazione: “Un po’ per una questione
tattica – l’avevamo messa bene in campo – un
po’ per una questione tecnica dato che abbiamo
lavorato tantissimo sulla ricezione arrivando
anche a farne dalle 80 alle 120 per ogni allenamento, dunque
160-240 al giorno.
E’ la dimostrazione che insistendo sia sulla quantità sia sulla qualità del lavoro anche le atlete molto alte possono imparare a ricevere”. E’ un problema che quindi potrebbe anche riguardare la selezione dell’anno prossimo? “Come sempre il nostro lavoro è impostato su base biennale e quindi abbiamo già iniziato a visionare le ragazze del Trofeo delle Regioni 2013. Sarà una selezione differente da questa soprattutto a livello fisico e dunque anche di gioco. Date le premesse però, posso già dire che si prospetta una Lombardia anche più forte di quella vista in campo ad Abano”. E in panchina, soprattutto se arrivasse una chiamata “azzurra”, ci sarà ancora Luciano Pedullà? “Per forma mentis penso solo al presente e quindi alla prossima selezione. Sono in vacanza ma ho già stilato il programma per l’anno prossimo in accordo con il CRL e lo staff. Poi è chiaro che i sogni ci sono sempre e con essi c’è ovviamente la speranza di vederli realizzati. Se sarà così vedremo il da farsi, di certo mi “divertirò” come quest’anno e mi auguro che i risultati siano ovviamente gli stessi se non addirittura migliori”.
CAMILLA MINGARDI: “NON MI ASPETTAVO LA COMMOZIONE DI LUCIANO ALLA FINE”
Un’immagine che vale tutto quanto di buono si possa scrivere sul Trofeo delle Regioni
della selezione femminile. A regalare questo flash è
Camilla Mingardi (Volley Bergamo),
premiata come miglior schiacciatrice: “Non mi aspettavo che Luciano (Pedullà ndr) si commovesse alla fine! E’ un allenatore con un palmares ricchissimo, pensavo che per lui, abi tuato a successi a livelli ben più alti, vincere il Trofeo delle Regioni fosse “normale”. Invece la sua commozione è stata la dimostrazione di come Luciano sia non solo un grandissimo tecnico ma anche una persona speciale che si è lasciata coinvolgere totalmente in un progetto fantastico concluso nel migliore dei modi”. Potremmo anche fermarci qui perché questa frase racchiude già in sè tutto il senso di un torneo dominato dall’inizio alla fine. Cerchiamo invece di approfondire: “E’ stata un’esperienza bellissima – prosegue Mingardi – All’inizio non ci conoscevamo ed eravamo in tante, tutte con la speranza di essere selezionate e di arrivare al Trofeo delle Regioni. Strada facendo è nato il gruppo, non esagero dicendo che ad Abano è andata una squadra più che una selezione. Tutte unite e decise a raggiungere il massimo”. Raggiunto anche grazie alle vostre qualità tecniche: “Indubbiamente il prezioso lavoro fatto quotidianamente in palestra nelle nostre società è stato importantissimo. La base sulla quale poi abbiamo costruito il resto per vincere in maniera abbastanza netta”. Diremmo nettissima… “In effetti solo la Puglia è arrivata vicina a strapparci un set. Sinceramente sapevamo di essere forti ma non credevamo che ci potesse essere un simile gap tra noi e le avversarie”. Ora si ritorna al club. Dove vuole arrivare Camilla? “Intanto spero di fare un buon campionato di B1 e poi…si vedrà. La mia speranza è di arrivare il più in alto possibile ma non voglio volare troppo con la fantasia. E’ bello sognare ma rimanendo con i piedi ben saldi a terra”. Ambizione ma in giusta misura: a Bergamo le campionesse nascono così.
[Modificato da docangelo 13/07/2012 18:49]