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Un piano partita per mamma e papà: come aiutare i genitori ad avere una grande esperienza sportiva.

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2013 14:16
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31/10/2013 14:16

di Ed Schilling, Executive Director & Trainer, Champions Academy, Zionsville, INDIANA, US.

dal sito ARCI ABBIATEGRASSO:

Gli allenatori che stanno preparando la loro squadra giovanile farebbero bene ad estendere le loro responsabilità ad un altro gruppo di importanti protagonisti: i genitori dei giocatori. Anche loro si stanno sforzando per assicurare ai loro ragazzi una stagione positiva: atleticamente, socialmente e nella prospettiva della loro crescita tecnica.
Gli allenatori lavorano con i genitori per sviluppare la passione per lo sport dei bambini e delle bambine e per raggiungere un alto livello di rendimento in campo e fuori.
Quello che vorrei fare è offrire la visione su come i genitori possono massimizzare il loro contributo durante la stagione. Inoltre vorrei entrare nei cuori e nelle menti dell’allenatore e dei giocatori per insegnare loro come si possa comunicare efficacemente

1) Nessun allenatore desidera perdere
Parecchie volte nella mia carriera, ho avuto compagni di squadra con i quali non ho avuto niente in comune, con stili e priorità nella vita che non ho apprezzato. Ciò nonostante, erano fra i nostri giocatori migliori e conseguentemente hanno giocato quanto la loro performance meritava.
Indipendentemente dalla disciplina, non conosco alcun allenatore che tenga un giocatore in panchina perché non gli piace, se quel giocatore può aiutarlo a vincere.
I genitori devono capire che gli allenatori non vogliono imbrogliare i ragazzi. Solitamente lavorano come coach per aiutarli e non per danneggiarli. Questo è quanto un coach vuole far sapere e far capire ai genitori.

Ho allenato per 17 anni, al Liceo, nei College ed a livello professionistico; sono
figlio di un allenatore, quindi ho speso la mia vita intera con i ragazzi ed i genitori. Credo che i genitori debbano sapere un po’ di cose sul lavoro dell’allenatore. Per cominciare, gli allenatori prendono le loro decisioni innanzitutto per vincere, e non su chi gli sta simpatico o su chi hanno antipatia. La cosa successiva è che il coach fa una valutazione attenta degli allenamenti e delle prestazioni degli atleti. I genitori ed i tifosi invece non hanno una visione completa.
Un allenatore considera molte cose prima di determinare chi gioca, ed usa criteri di verifica tangibili ed intangibili. I criteri di verifica intangibili includono cose come l’allenabilità, l’attitudine, la puntualità, l’etica di lavoro, l’impegno e l’attenzione ai particolari. Questi sono certamente fattori valutati dal coach.
È vitale capire che i genitori non possono essere obiettivi nella valutazione dei loro figli. Neppure mio padre, ex allenatore dell'università, potrebbe vedere esattamente le mie debolezze, così come nemmeno io riesco a vedere i difetti dei miei figli. I genitori amano i loro figli e cercano di vedere qual è la cosa migliore per loro, mentre gli allenatori osservano per vedere qual è la cosa migliore per la squadra.

2) Comunicazione efficace e sana per genitore e ragazzo.
Il secondo concetto che credo influenzi l'esperienza sportiva è la capacità dei
genitori di comunicare efficacemente con i figli. La cosa più importante da comunicare, particolarmente dopo una partita, è l’amore incondizionato.
C’è abbondanza di commenti fuori del campo, e infatti solitamente, al termine della gara, il coach valuta squadra e giocatori nello spogliatoio.
I tifosi danno valutazioni con applausi, fischi, o espressioni non-verbali. Il vostro ragazzo deve sapere che lo amate senza riserve a prescindere dalle sue prestazioni. Questo amore incondizionato avrà effetto sul vostro ragazzo più di ogni vostra valutazione sulla partita.
Come genitori, dovete avere un messaggio importante da trasmettere al vostro ragazzo. Riguarda il suo comportamento durante la partita. A volte lo staff può
essere così coinvolto dalla partita da non accorgersi della reazione del ragazzo quando è tolto dal campo per un comportamento irrispettoso o una protesta nei confronti di un arbitro. Il genitore invece è responsabile del comportamento non corretto del ragazzo. Se non presta attenzione durante i time-out o scherza in panchina bisogna farglielo notare.
Il genitore deve capire che il ragazzo ha il potenziale per distruggere lo spirito
della squadra, per questo deve fare attenzione alle cose che dice al figlio fuori dal campo. Tutte le parole spese negativamente sul coach avranno effetto sul figlio. Il genitore ha una posizione di grande influenza su suo figlio. Se dice che il coach “non è capace" o che ha preso una decisione sbagliata o che lo sta prendendo in giro, ecc., infonderà mancanza di rispetto nei confronti dell’allenatore, ed ostacolerà l’allenabilità e l'entusiasmo del figlio.
Avete camminato mai in una stanza in cui qualcuno stava parlando alle vostre
spalle? Potreste non aver sentito una singola parola, ma in realtà sapevate che
stavano parlando di voi.
Quando un genitore parla negativamente del coach si genera un clima o uno spirito negativo. Il coach può non sapere esattamente che cosa sta succedendo, ma avrà la sensazione che qualcosa non sta andando bene ed alla fine il ragazzo ne soffrirà.
Se avete a cuore vostro figlio, non parlerete negativamente dell’allenatore, particolarmente davanti a lui. La fiducia reciproca tra allenatore e giocatore è un fondamentale fattore di successo in una stagione.
Questi concetti si applicano anche alle parole che voi userete nei confronti degli altri giocatori della squadra. Vostro figlio userà le stesse espressioni che voi usate nei confronti dei suoi compagni di squadra. Una cosa è dire che un compagno non ha giocato bene e un’altra è dire che non è capace e non avrebbe dovuto giocare.
Ogni stagione fornisce molti "momenti per imparare" ai genitori. Un genitore dovrebbe sostenere fortemente le decisioni del coach e non allenare da bordo campo, ma c’è un’area in cui DEVE allenare ed è l’area in cui deve “insegnare ciò che è necessario per vivere”. A prescindere dai momenti buoni o non buoni del campionato, ci possono essere dei momenti privilegiati in cui il genitore può insegnare qualcosa al suo ragazzo. Se per esempio il vostro ragazzo è in panchina e sta giocando soltanto pochi minuti, dovete insegnargli il modo in cui può contribuire al successo della squadra. Lui può fare il suo meglio lavorando forte in allenamento, incoraggiando i compagni durante le partite, seguendo il gioco in modo da essere preparato se e quando arriverà il momento di giocare.

Tutto quello che accade durante una stagione sportiva può contribuire a preparare il vostro ragazzo per la vita.
Per esempio, se il coach è un “urlatore”, come genitore, potete suggerire di ascoltare che cosa ha detto e non in che modo lo ha detto.
Come genitore, avete un ruolo importante nella crescita e nella maturazione di
vostro figlio. La stagione agonistica può darvi un grande insegnamento. Ricordo questa citazione dal mio coach Dick Dullaghan: "La cosa più importante non è cosa ottenete giocando, ma cosa siete diventanti perché avete giocato".

3) I genitori di un atleta sono figure realmente pubbliche
Il terzo concetto principale da tenere presente e che come genitore di un atleta
siete una figura pubblica. Come genitori, sarete conosciuti non soltanto dal pubblico, ma sarete percepiti come fattori che influenzano l’andamento della squadra.
Qualsiasi cosa voi diciate sarà ripetuta da altre persone e riferita con il vostro nome. Se criticate il coach con qualcuno che a sua volta lo critica, potete essere sicuri che il coach lo verrà a sapere. Le espressioni del vostro viso saranno osservate dalla gente intorno voi. Se gesticolate quando un giocatore sbaglia un’azione di gioco, gli altri intorno a voi vi guarderanno. Il self-control è sempre una grande sfida durante una partita.
Inoltre dovete resistere alla tentazione di rispondere alle osservazioni negative
formulate dagli altri. Le osservazioni negative vengono spesso dalla gelosia o dall'ignoranza. Se rispondete, rischiate di causare una lite.
Essendo stato coach nei College ed anche nelle High School, so che qualunque cosa coinvolga i membri della famiglia prima o durante la partita avrà effetto negativo sul giocatore. Suggerisco fortemente che vi comportiate come se non abbiate sentito le osservazioni negative; alzatevi e cambiate posto, non create discussioni, perché vostro figlio potrebbe vedervi.
Come ho accennato, sono stato un Talent Scout ed ho assistito a scene ridicole
generate da genitori. Se un giocatore potesse vedere se stesso protestare in campo contro un fischio di un arbitro (che spesso non è così sbagliato), non lo rifarebbe. Perché capirebbe che protestare con gli arbitri non aiuta nessuno e spesso può solo danneggiare la squadra. Quando un genitore urla contro gli arbitri, dà a suo figlio una giustificazione per la sua prestazione negativa.

Dal lato positivo un genitore ha l'occasione per sostenere gli altri giocatori della
squadra. Quando un genitore sostiene la squadra senza considerare quanto tempo gioca suo figlio, lancia un messaggio positivo alla squadra, alle famiglie, a suo figlio ed al coach.
Ho visto anche questo lato. Ci sono genitori che seguono le partite della squadra tranne quando il figlio gioca poco, oppure si fa male.
Ciò trasmette un messaggio agli altri genitori ed ai giocatori: le attenzioni del genitore erano rivolte solo al figlio e non alla squadra. Se desiderate contribuire al successo della squadra, assistete alle partite “per la squadra” e non solo per vostro figlio.

Questo è un periodo importantissimo per costruire il rapporto genitore-ragazzo, e vorrei infine dire che il genitore dovrebbe godere di questa "stagione di vita" con il suo ragazzo. Provate a rendere questo momento speciale, perché finirà molto rapidamente. Dalla scuola elementare all’università, tanti giocatori che vorrebbero fare parte di una squadra, sono “tagliati” o smettono per loro scelta.
Il genitore dovrebbe essere contento che suo figlio riesce ad avere un posto nella squadra, anche se non è molto ciò che riesce a dare.
E’ così importante per atleti e genitori essere alle partite. Personalmente so quanto era bello avere i miei genitori alle partite. Se perdevamo la partita era piacevole vedere una persona cara. E’ appropriato il vecchio detto "la famiglia moltiplica le gioie e divide i dispiaceri." Cogliete ogni opportunità per contribuire a moltiplicare la gioia ed a dividere i dispiaceri della esperienza atletica insieme ai vostri ragazzi.
Per concludere, non lasciate che il tempo di gioco, le sconfitte, o i momenti difficili rubino la gioia che vi coinvolge nel supportare vostro figlio.
La mia speranza e preghiera per voi e vostro figlio è quella di avere l'occasione di amare teneramente questa stagione di vita insieme. Questa stagione non dura mai abbastanza a lungo, quindi fate in modo che sia la migliore!

(adattamento di A. Colombo)


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