da barivolley
In sostanza il Giappone con la palleggiatrice in prima linea utilizza prettamente gli attaccanti di posto 4 e posto 2, con la regista che resta a centro rete anche nella fase di muro/difesa. In queste tre rotazioni, i ricettori attaccanti restano in zona 4, mentre le false centrali attaccano da zona 2.
Quando la palleggiatrice è in seconda linea, le centrali restano in zona 3.
Ricercata tantissimo è la pipe che le giapponesi riescono ad estremizzare all’ennesima potenza e che nelle rotazioni di P4/P3/P2, gioca sempre l’opposto, che resta in zona 6 anche per difendere, mentre i ricettori attaccanti difendono invece in zona 1. Ovviamente, questo schema di gioco comporta una disposizione rotazione per rotazione diversa da quelle standard in fase di ricezione.
A precisa domanda sulle origini di questo schema di gioco, il tecnico giapponese Manabe Masayoshi ha risposto così: “ho dovuto tenere conto delle caratteristiche fisiche delle nostre giocatrici, che in questo momento sono di un’altezza ben diversa dalla media. Quindi ho cercato di individuare una formazione tale da permettere di ottimizzare al meglio la realizzazione dei nostri punti”.
Sicuramente la difficile lettura di gioco da parte del sistema muro/difesa avversario, rappresenta un punto a favore di questo modulo. Avere sempre attaccanti di posto 4 e posto 2 costringe gli avversari a non poter mai trascurare metri di rete nella posizione di partenza del muro e la velocissima pipe impedisce anche al centrale opzioni preventive su un lato della rete.
Ovviamente il Giappone ne perde di qualità e centimetri a muro, ma le nipponiche cercano di compensare a questo fondamentale con una dedizione meticolosa al sistema difensivo.