Studio e volley: la cultura del sacrificio

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docangelo
00martedì 25 febbraio 2014 15:31
(da MyVolleyLombardia)

Annamaria Quaranta, ex opposto Foppapedretti Bergamo

Il mio rapporto con lo studio, da pallavolista ad alti livelli, non si è mai interrotto nel corso di tutta la mia carriera. Mi sono diplomata come tutti i ragazzi, rifiutando di trasferirmi già negli anni delle scuole superiori al di fuori della Puglia per completare gli studi, nonostante avessi già ricevuto offerte. Con il passaggio a Firenze, in serie A2, mi sono iscritta a Giurisprudenza all'Università di Siena. Nel corso degli anni, durante il mio peregrinare nei palazzetti di tutta Italia, ho sempre preteso che venisse inserita nei contratti con la società in cui giocavo la possibilità di assentarmi per sostenere gli esami che, a causa di impegni anche al di fuori della Penisola, riuscivo a sostenere con cadenza trimestrale. Nel 2011 ho terminato gli esami, ma per gli impegni con la Foppa, non ho avuto il tempo materiale per scrivere e discutere la tesi da subito. Ho concluso quindi il mio iter di studi nel 2012 con una tesi in Diritto Amministrativo. La decisione di chiudere con la pallavolo, pur avendo ancora un anno di contratto a Bergamo e un'allettante offerta dal Giappone, è stata sofferta. Ma ho scelto di investire il mio tempo per il praticantato di 18 mesi in uno studio legale a Bari, per sostenere così l'esame di Stato e costruirmi un futuro lavorativo più solido e duraturo.

Mi sento di consigliare a tutti gli atleti giovani che si sono avvicinati a questo bellissimo sport di continuare a studiare, cosa che purtroppo non accade spesso. Non deve passare giorno senza dedicare del tempo allo studio, per non dimenticare tutto quello che si è appreso.
Ho fatto tanti sacrifici, più di quelli delle mie compagne, per portare a termine questo percorso. Ne è valsa la pena. Lo sport ad alti livelli spinge un giovane ad allontanarsi da quello che è il mondo reale, con lo studio sono riuscita a condividere esperienze e interessi anche con i miei coetanei non sportivi.

In secondo luogo non bisogna mai lasciarsi prendere troppo da un gioco che, per mille motivi, può finire improvvisamente. La scelta di frequentare una facoltà è una seconda porta che si mantiene aperta, restando alla pari con tutti gli altri e non lasciandosi sopraffare dalle soddisfazioni (anche economiche) che si possono ottenere.

Non nego che questo mio obiettivo abbia portato via qualcosa alla carriera, sia a livello sportivo che di svago. Spesso le mie compagne potevano uscire dopo gli allenamenti e trascorrere lunghe vacanze. Io invece trascorrevo molte serate sui libri e, fino a luglio inoltrato, non prendevo ferie. Ammetto anche che, a volte, sono arrivata in palestra non freschissima. Ma, di contro, lo studio mi è servito come valvola di sfogo in quelle circostanze in cui i risultati sportivi non erano entusiasmanti.

Un ultimo consiglio che voglio dare riguarda il rapporto tra un atleta-studente e i dirigenti della società: non sempre è facile coniugare le posizioni e le esigenze. Chi gioca deve fare di tutto per non fare pesare i propri impegni sulla squadra e, vi assicuro, è possibile farlo. Basta guardare meno televisione! In sintesi, i dirigenti non devono essere troppo oppressivi e devono comprendere gli impegni seri dei giocatori anche al di fuori della palestra, ma gli atleti devono volere fortemente raggiungere il traguardo prefissato.

Il volley mi è servito tantissimo, anche per affrontare lo studio e, in generale, la vita. Lo sport ti insegna a gestire i momenti difficili. Dopo una sconfitta nel weekend, devi essere in palestra il lunedì e lavorare sodo per invertire la rotta.
Quando lo fai per tanti anni, la cultura del sacrificio diventa una parte imprescindibile di te. Oggi, che ancora non ho in mano molto dal punto di vista professionale, riesco ad andare avanti con la determinazione appresa in palestra. Cadendo e rialzandomi continuamente. In fondo, un bagher sbagliato non è mai l'ultimo. C'è sempre la palla successiva per cambiare il corso di una partita.



Annamaria, nata in provincia di Taranto, ha arricchito la bacheca delle società in cui ha giocato con una Supercoppa Italiana (2011) e due Coppe Italia di serie A2 (2002-2003). Con la maglia azzurra, invece, un argento al Montreaux Volley Masters (2009) e un oro all'Universiade (2009).


SORRIDERE!!!
00martedì 25 febbraio 2014 22:04
With compliments

Avercene di ragazze così

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