Origami e pallavolo..

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docangelo
00martedì 5 marzo 2013 08:13
....ovvero "CERCARE DI FAR BENE LE COSE" parte 1°

dal sito del Cusago:

Recentemente mi è capitato di rivedere alcuni interventi di Julio Velasco in merito a diversi argomenti e, trovandoli sempre molto interessanti e istruttivi, mi sono ritrovato poi a riflettere sulle sue parole.
In uno di questi interventi Velasco parla di eccellenza e del far bene le cose, ma cosa significa questo "far bene le cose"?
Sicuramente non significa vincere o fare punto, perchè quella è solo la conseguenza... è normale che quando si fa tutto nel modo corretto poi in genere si vinca.
Il concetto importante invece ritengo sia quello di fare del nostro meglio nello svolgimento dei singoli fondamentali che compongono il nostro gioco.
Mentre riflettevo sulle parole di Velasco mi è venuto in mente un paragone per cercare di rendere meglio l'idea di questo "far bene le cose".
Fin da piccolo mi sono sempre divertito a fare origami, che tradotto dal giapponese significa "arte di piegare la carta".
Chi di noi non ha mai fatto un aeroplanino di carta, un cappello o una barchetta? Ecco, quelli sono tutti esempi di origami.
Ovviamente ce ne sono anche di molto più belli e complessi, ma in tutti i casi, affinchè il risultato finale sia buono, è necessario curare con attenzione tutti i dettagli: la forma del foglio da cui partiamo deve essere più precisa possibile (provate a fare un aereo di carta partendo da un foglio che non sia molto rettangolare!), così come ogni singola piega va curata con attenzione, soprattutto nelle fasi iniziali.
Chiunque provasse a cimentarsi nella creazione di un origami complesso si accorgerebbe subito che essere imprecisi in una delle prime pieghe porterebbe a una sempre maggiore imprecisione in tutte le pieghe successive, ottenendo alla fine un risultato decisamente diverso da quello che ci si era prefissati in origine.
Ecco, quando noi ci alleniamo, dobbiamo cercare di essere precisi allo stesso modo; dobbiamo curare ogni singolo dettaglio, dalla posizione di partenza fino a ogni singolo movimento di ogni singola parte del nostro corpo, in modo che il risultato finale sia quanto più possibile prossimo al modello che ci siamo prefissati di raggiungere.
In un certo senso dobbiamo essere sia il foglio di carta che la mano che lo piega: noi dobbiamo "piegare" noi stessi nell'esecuzione di ogni singolo fondamentale al fine di ottenere l'esecuzione migliore possibile, e nel farlo dobbiamo cercare di prestare la massima attenzione ad ogni singola "piega".
Ora non so se sono riuscito a rendere bene il concetto, ma questo è il motivo per cui durante gli allenamenti insisto così tanto anche su dettagli che magari potrebbero sembrare poco rilevanti, come ad esempio la posizione di un piede durante la rincorsa d'attacco o come inclinare la testa mentre facciamo un bagher: ogni dettaglio che non eseguiamo al meglio ci allontana dal nostro modello!
E' chiaro che chiunque può andare da una atleta e dirle "Tu devi fare le cose bene!", ma probabilmente la ragazza guarderebbe questa persona un pò perplessa e dentro di se penserebbe "Ma dai! Meno male che ci sei tu a dirmelo!".
Il problema vero è come riuscire a portare le nostre atlete a fare le cose come vogliamo noi.

Giancarlo Luisetto


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