LA BATTUTA

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docangelo
00venerdì 25 ottobre 2013 12:42
da Pallavoliamo.it

Non tutte le giocatrici, al servizio, possiedono la licenza di rischiare, non tutte avranno perdonato l’errore, qualora arrivasse.

Se hai un buon braccio d’attacco, sei un buon saltatore, prediligi la battuta in salto rispetto a una battuta piedi a terra, allora possiedi la licenza di rischiare l’errore, purché tu non dimentichi quella che anche in pallavolo viene detta “licenza di uccidere”, ossia di cercare l’ace, il punto diretto al servizio.

Quando si ha la palla nelle proprie mani, è un po’ come quando nella vita hai il coltello dalla parte del manico: se sei intelligente e abile, non sarà poi tanto difficile che il taglio che preferisci ti riesca bene, se non sei particolarmente abile e pretendi di fare acrobazie ed arabeschi invece che un semplice taglio, quasi certamente non riuscirai in quello che ti proponevi di fare e, inevitabilmente, ti farai male e ne farai a chi ti è accanto.

Arrogarsi la licenza di uccidere e non esserne in grado fa sbagliare il servizio, fa perdere il punto. Il pallone lo sa, quando è stretto in una mano, la riconosce, quella mano, e si dispone a essere trattato come essa può. Se ciò non accade, il pallone non può darle ragione.

La pallavolo e il servizio insegnano a non sopravvalutarsi, a non sottovalutarsi, a prendersi per le caratteristiche che si hanno e a trasformarle in qualcosa di personale.
Durante il servizio, la pallavolo si trasforma in uno sport individuale: ci sei solo tu e la palla.
Una battuta flot punta sulla precisione, sull’incisività, quella al salto sulla potenza.
La quotidianità lo racconta, se non sei molto forte, bisogna che tu sia intelligente.


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