Chitarra e pallavolo...

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docangelo
00martedì 5 marzo 2013 08:15
....ovvero "CERCARE DI FAR BENE LE COSE" parte 2°

dal sito del Cusago:

Nel corso della mia vita, oltre a dilettarmi con gli origami, ho fatto molte altre cose, e tra queste ho studiato chitarra per parecchi anni. Non sto parlando di strimpellare la chitarra in spiaggia con gli amici mettendo li quattro accordi in croce per cantare le solite canzoni da falò, ma di chitarra classica, per circa 10 anni.
Bene, io credo che lo studio di questo strumento (come di molti altri probabilmente) e la pallavolo abbiano molto in comune nell'approccio metodologico.
Sicuramente la frequenza degli allenamenti è un punto comune: quando studiavo chitarra dovevo cercare di fare pratica tutti i giorni per riuscire a suonare al meglio; già quando non riuscivo a suonare per uno o due giorni mi accorgevo della differenza.
Naturalmente non possiamo pretendere di allenarci tutti i giorni a pallavolo (purtroppo), però è altrettanto vero che quando saltiamo uno o due allenamenti di fila poi torniamo in palestra e facciamo un pò più fatica a far bene le cose.
Questo concetto comunque è abbastanza chiaro e scontato. Quello che invece a volte si perde è il giusto approccio su certi esercizi. Durante le mie ore di studio musicale c'erano una serie di esercizi (scale, arpeggi, studi vari) che dovevo fare ogni volta prima di passare all'esecuzione dei brani; non si trattava di esercizi
particolarmente piacevoli (anzi, di solito si trattava di cose abbastanza monotone e ripetitive), ma andavano fatti con attenzione, curando scrupolosamente la tecnica esecutiva, perchè con questi esercizi si preparavano le basi che poi consentivano di poter eseguire i brani più complessi.
Anche nella pallavolo abbiamo le nostre scale, i nostri arpeggi e i nostri studi da eseguire all'inizio di ogni allenamento; si tratta di tutti quegli esercizi che facciamo alla parete, a coppie o a gruppi di tre, che, anche se possono risultare ripetitivi e poco vicini alla realtà di gioco, ci danno le basi per poi poter stare in campo e mostrare di saper giocare.
Tutti questi esercizi vanno eseguiti con lo spirito giusto, con la giusta attenzione ai particolari che vengono messi in evidenza di volta in volta; noi dobbiamo imparare a eseguire le nostre "scale" di fronte alla parete, i nostri "arpeggi" a coppie, i nostri "studi" a terzetti, curando tutti i più piccoli dettagli tecnici, in modo da prepararci al meglio per quando dovremo salire sul palco a eseguire il nostro concerto, la nostra partita.

Giancarlo Luisetto



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