la provocazione della cestista Silvia Gottardi sulla differenza tra le protagoniste di volley e basket
dalla Prealpina:
Hanno suscitato grande clamore alcune considerazioni uscite sul blog di Silvia Gottardi, nelle quali la 36enne cestista - a suon di mascara, mollettine e sudore, divise attillate e pantaloni da rapper, reclutamento, soldi e marketing - accende una sorta di guerra senza esclusione di colpi tra basket e volley.
Tendenzialmente il mondo della pallacanestro si è schierato dalla parte della giocatrice del Sanga Milano, squadra di A2 di cui è ormai la bandiera dopo una carriera di lunghissimo corso in serie A (campione d'Italia nel 1999 a Priolo, fu anche azzurra a livello giovanile), mentre quello della pallavolo le ha dato contro, sentendosi "offeso" dalle sue affermazioni.
"...E' facile essere fighe e sempre pettinate quando bisogna solo saltare e aspettare il pallone con il culo in posizione fotografica..."; questa la frase che ha mandato su tutte le furie le pallavoliste. «Ho cercato di scrivere in maniera ironica, provocando - spiega Silvia - Ovvio che si devono buttare e la palla la devono recuperare ma la differenza col basket sta nello sforzo fisico; dobbiamo correre e c'è contatto fisico. Riconosco che mi fa ridere vederle in quella posizione, noi ai tiri liberi non ci mettiamo certo così».
Un'altra affermazione, e precisamente "Giocano truccate, ma quindi vuol dire che non sudano", ha gettato ulteriore benzina sul fuoco della polemica. «Nel basket sono vietate mollette e braccialetti per via del contatto fisico - spiega - Noi a fine gara dobbiamo strizzare la divisa da quanto è sudata, le pallavoliste non mi sembra. So che si sono scatenati commenti "mostruosi" ma è un dato di fatto che noi sudiamo di più, bruciamo più calorie ma non per questo devono sentirsi offese».
A difesa della propria categoria è scesa in campo anche Francesca Ferretti, giocatrice del Rabita Baku che ha commentato: "Noi giochiamo truccate...beh sì e allora? A fine partita c'è ancora il trucco e non sudiamo? Waterproof...dispiace sentire che ci credano delle fighette".
Si sono anche sollevati commenti che accusano Gottardi di scarsa sportività per questo suo passaggio: "Ora gioisco anche io per la sconfitta delle pallavoliste, e gioisco doppiamente per la seconda tegola contro il Brasile che le ha escluse dal podio". Zero patriottismo? No, a detta di Silvia, che precisa: «Non ho gioito; mi sembrava un buon attacco per concentrare l'attenzione su quella che è la triste verità:
a livello giovanile gli allenatori di basket e di volley si contendono le ragazzine. E se la pallavolo ha più appeal è ovvio che il reclutamento nel basket si fa più difficile, anche perché mancano risultati importanti da troppo tempo».
Il volley che vince accresce quindi la propria notorietà;
le ragazzine lo preferiscono al basket per i movimenti più aggraziati e l'assenza di contatto fisico: «E' una cosa molto italiana contrapporre la femminilità della pallavolista alla mascolinità di calciatrici e cestiste - aggiunge Gottardi - Questione di divise attillate? Forse; noi giochiamo con pantaloncini da rapper ma quelle strette non sono nemmeno troppo adatte e comode per noi».
Tirando le somme è innegabile che quella di Gottardi sia stata una provocazione per il mondo del basket femminile, a detta di molti moribondo anche se i risultati delle nazionali giovanili dicono il contrario. E' la pallacanestro che non si sa vendere? «Probabilmente si - risponde - La nazionale Under 18 per esempio è arrivata settima agli ultimi europei, qualcuno l'ha detto? No. Nel volley sono più bravi dal punto di vista della comunicazione e del marketing, riescono a creare situazioni molto coinvolgenti».
POLEMICA E IRONIA - Il timore che la pallavolo tolga al basket ulteriore visibilità e notorietà tra le giovani ha portato la guardia ex Priolo a provocazioni... piccanti: "...giocano con mini divise attillate... giocano truccate". E ancora: "Anche la credenza che le pallavoliste siano delle fighe da paura e le giocatrici di basket dei grossi sacchi di patate va sfatata... Perché
è facile essere fighe e sempre pettinate quando bisogna solo saltare e aspettare il pallone con il sedere in posizione fotografica; quando devi anche scivolare in difesa, passare sui blocchi, correre in contropiede... tutto è più complicato... Anche essere aggraziate". E le soluzioni? "Ve lo dico io quali sono le due cose che veramente ci differenziano dalle cugine pallavoliste: il loro ufficio marketing che sa trasformarle in veri personaggi, e
la rete più bassa... con i canestri più bassi sarebbe più facile metterla dentro e i punteggi si alzerebbero di pari passo alla spettacolarità delle partite".
ahhhh le donne...........