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bla bla ... l'atleta in quanto persona è la nostra unica preoccupazione ... bla bla

Ultimo Aggiornamento: 23/09/2014 08:31
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29/04/2014 17:33

ovvero I CARTELLINI DEI NOSTRI FIGLI


E' la frase sempre presente in ogni discorso ipocrita di ogni pseudo dirigente di ogni società sportiva. Poi in realtà succede che ...

www.volleyball.it/notizie.asp?n=81083

Ci vorrebbe una bella schiacciata alla mano ed un calcio in culo !!!
[Modificato da docangelo 30/04/2014 08:36]
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30/04/2014 08:35

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30/04/2014 08:49

..
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30/04/2014 10:10

Bha, quando giocavo io me ricordo, che presero un ragazzo de 15 anni per 14 milioni, ed avevamo una serie C.... Non mi sembrò uno scandalo ar tempo....
L'articolo è fatto coi piedi, nun se capisce a che livello gioca la ragazza e se è bona un prestito da un'altra società de livello nazionale mica può annare a gratis; certo se è amatoriale è assurdo, se è un' atleta de livello nazionale, me sembra un prezzo più che adeguato... bho.
Poi sto fantomatico prestito nun se dice quanto sia costoso... Me sembra un po' tutto tendenzioso...
Forse bisognerebbe approfondì mejo
[Modificato da Luca.elisavolle 30/04/2014 10:10]
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30/04/2014 10:13

non ho abbastanza dati per commentare...

ma credo che se la fipav avesse messo lo svincolo a 4000,00 € questa ragazza giocava ad un buon livello.
_________

zzz...zzz
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30/04/2014 10:51

Con na rapida ricerca sur Google , io che non sono certo un giornalista (che dovrebbe fare na ricerchina prima de scrivere sur giornale) se trova che la ragazza è di altissimo profilo.... Gioca in serie B2, sono vicecampioni nazionali Under 16, ha chiesto lo svincolo per giocà in serie B1 o superiori....

chiede svincolo per:
1) ritiro della Polisportiva San Mariano dal campionato B1 della stagione agonistica 2013/2014;
2) crescita tecnica.

Er giornalista deve lavorà per "Report", ha buttato già l'articolo mettendo en evidenza solo quello che gli interessava per la sua tesi, e non in maniera più soggettiva possibbile. Ma siamo in Italia e qui i giornalisti lavorano così....

A mio modesto parere 15.000 euri ce stanno tutti, cor rimborso spese de B1 se er cartellino è tuo li ripaghi prima della maggiore età. Immagino che la società de provenienza nun veda di buon occhio de regalarla ad altre realtà nelle vicinanze con quello che ci avrà investito....


www.federvolley.it/CMS/upload/comunicati/4811.doc

www.pianetavolley.net/2014/01/serie-b2-scontri-ad-alta-quota-per-le-umbre/cicogna-...

www.pallavolomarsciano.it/persona.aspx?PersonaId=40844
[Modificato da Luca.elisavolle 30/04/2014 10:53]
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30/04/2014 10:55

Re:
Luca.elisavolle, 30/04/2014 10:51:

Con na rapida ricerca sur Google ....




te vist?

secondo me i problemi sono altri... quando si chiedono i soldi x bimbe che fanno i campionati provinciali e basta...
[Modificato da docangelo 30/04/2014 11:17]
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zzz...zzz
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30/04/2014 11:17

Re:
Luca.elisavolle, 30/04/2014 10:51:

Con na rapida ricerca sur Google , io che non sono certo un giornalista



Ma tu sei mejo !!!!

grande Luca... [SM=g7487]

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23/05/2014 23:35

Quindi il solito "al lupo! al lupo!" del Fenomeno?


[SM=g7483]
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11/06/2014 19:49

da Volleyball.it del 10-06-2014

ROMA - Nulla di fatto oggi al TNAS del Coni sul caso della giovane giocatrice di pallavolo Arianna Cicogna (quindici anni) quest'anno costretta a smettere di giocare per problemi di svincolo (le sono stato chiesti 15.000 euro).

La prima udienza della controversia tra la giocatrice, nei confronti della Federazione Italiana Pallavolo e della Polisportiva San Mariano A.S.D., si è svolta oggi presso la sede del Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport.

Il Collegio arbitrale (Avv. Marcello de Luca Tamajo, Presidente; Avv. Giuseppe Albenzio e Avv. Alessandro De Stefano), preliminarmente, ha intrapreso il previsto tentativo di conciliazione: sentite le parti e preso atto delle loro differenti posizioni, lo ha dichiarato concluso, con esito negativo.

Dopo aver fissato un termine alle parti per il deposito di note, il Collegio arbitrale ha fissato l’udienza di discussione il 15 luglio 2014, alle ore 17.00.

L’istanza ha per oggetto la richiesta di annullamento e/o riforma del provvedimento (C.U. n. 3 -18 marzo 2014) della Corte Federale con il quale è stato respinto il ricorso proposto contro la sentenza della Corte d’Appello Federale (C.U. n. 12) del 6 febbraio 2014 con cui era stata riformata la decisione della Commissione Tesseramento Atleti affissa all’albo il 6 dicembre 2013.

La controversia incardinata concerne la richiesta di scioglimento del vincolo sportivo per giusta causa, con conseguente applicazione di indennizzo a favore del sodalizio vincolante.


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23/09/2014 08:15

da volleymania

Arianna Cicogna è libera.

La giovanissima atleta umbra può tornare a giocare dopo un anno di stop passato a ritrovare la propria libertà agonistica.
Felici per lei, ma nessuno potrà mai restituirle dodici mesi di mancati allenamenti, partite, soddisfazioni, gioie, dolori, crescita tecnica e caratteriale.
L’assurdità della vicenda è che non sono bastati i tribunali sportivi, si è resa necessaria una transazione tra le parti per restituire la legittima possibilità di scelta.
Arianna è la punta dell’iceberg di tanti soprusi ed angherie riservate agli atleti di qualsiasi categoria, lei ha combattuto, per tanti altri la scelta è stata abbassare la testa ed inghiottire il boccone amaro.
La situazione del tesseramento e del vincolo oggi è magnificamente illustrata dall’articolo di Francesco Zolli, pubblicato su Volleyball.it al seguente link www.volleyball.it/blog.asp?b=42&m=0&s=118&i=1583, da cui si evince chiaramente che, a 14 anni, si diventa schiavi.
Volontariamente si aderisce, ma la reciprocità non è assicurata in uscita dai sodalizi. E tutto con la colpevole complicità della Federazione che mantiene ben strette e chiuse le manette. Fortunatamente esistono molti dirigenti e società che applicano il concetto “chi vuole viene, chi non ha piacere se ne può andare”, ma le eccezioni rovinano pesantemente l’immagine di un intero movimento. Ci sono sodalizi che sono vere e proprie aziende familiari; peccato che non vangano retribuiti totalmente i Tecnici e le atlete possono “togliere le tende” solo verso Società simpatiche e previo esborso economico, il tutto giustificato da improbabili e virtuali attestazioni di qualità, pur in assenza totale della stessa.
Per non parlare poi di quelle Società che, pur non potendo assicurare l’attività, pretendono fior di bigliettoni per prestiti e/o cessioni di cartellino.
Che dire poi di chi, forte di un lontano “lustro agonistico”, affida al “liquidatore” il compito di spuntare prestiti a peso d’oro. In un paese civile e di diritto tutto questo non dovrebbe accadere, soprattutto quando gli atleti sborsano annualmente dai 400 a 500 Euro, sovvenzionando pesantemente la propria Società di appartenenza.
NON SI PUO’! E’ una norma vessatoria e come tale va modificata! Chi paga deve essere sempre libero di scegliere e la Federazione lo dovrebbe sancire all’interno delle proprie Carte.
Un eventuale vincolo pluriennale dovrebbe essere concordato e sottoscritto dalle parti, ivi compreso l’indennizzo per un potenziale recesso anticipato di una delle due parti, e tutto dovrebbe essere depositato in Federazione all’atto del tesseramento.
In assenza di tale deposito il tesseramento deve essere considerato sempre annuale a qualsiasi età, a maggior ragione se si pagano quote mensili, semestrali, annuali.
Le Società dovrebbero puntare a mantenere i propri atleti con la qualità dei propri Tecnici, con le strutture ed attrezzature, con il rispetto, con il senso di appartenenza e si, anche con la simpatia.

Marco Benedetti

[Modificato da docangelo 23/09/2014 08:31]
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23/09/2014 08:23

Il vincolo sportivo FIPAV (di Francesco Zoli)

da volleyball.it

Chi intende giocare a pallavolo (anche solo allenarsi) in una associazione o società sportiva affiliata alla FIPAV deve necessariamente richiedere il tesseramento federale. La domanda da presentare è simile per certi aspetti a quella di cittadinanza, visto e considerato che l’atleta richiede di entrare a far parte di un vero e proprio ordinamento all’interno del quale diviene titolare di diritti e doveri.

Si tratta di un atto volontario attraverso il quale l'atleta acquisisce principalmente il diritto di praticare la pallavolo, assumendosi al contempo il dovere di rispettare le inderogabili clausole statutarie e regolamentari della Federazione.

Dal tesseramento, che riguarda il rapporto atleta-Federazione e che ha durata annuale (rinnovabile dalla associazione/società ogni stagione sportiva entro determinate scadenze), prende vita un diverso - ma contiguo - legame tra l'atleta e l'associazione/società sportiva presso il quale lo stesso si è tesserato, chiamato "vincolo sportivo". Tale vincolo può essere definito come quel rapporto in base al quale l’atleta si obbliga a prestare per un determinato periodo di tempo la propria attività sportiva solo ed esclusivamente in favore del sodalizio presso il quale si è volontariamente tesserato. La FIPAV, al pari di quasi tutte le Federazioni Sportive Nazionali, ha codificato tale istituto prevedendo all’art. 10 bis del proprio Statuto che: "Il vincolo consiste nell'obbligo per l'atleta di praticare lo sport della pallavolo esclusivamente nell'interesse dell'associato destinatario dell'obbligo e nel divieto di praticare il medesimo sport con altro associato, salvo il consenso dell'associato vincolante".

Il vincolo rappresenta quindi una garanzia (tutela del vivaio) e una fonte economica (ricavi dalla cessione dell'atleta) per tutti i sodalizi affiliati alle Federazioni Sportive Nazionali "aderenti", ma, viste l'eccessiva durata e le controverse modalità di scioglimento (diverse in ciascuna Federazione), comporta al tempo stesso un'inaccettabile violazione della libertà degli atleti di praticare la disciplina prescelta, presentando profili di illegittimità costituzionale e manifesta contrarietà sia alle norme comunitarie che a quelle previste nella Carta Olimpica. Nonostante ciò, il vincolo riesce a sopravvivere grazie al principio dell'autonomia dell'ordinamento sportivo (ordinamento in cui, ricordiamo, si entra volontariamente accettandone incondizionatamente i regolamenti), vero e proprio scudo che le Federazioni utilizzano da anni per resistere ai numerosi "attacchi" da parte di atleti (rappresentati spesso da illustri giuristi) e di associazioni di atleti (si ricorda la campagna promossa dalla Associazione Italiana Calciatori per l'abolizione del vincolo dei giocatori dilettanti). L'unico "miglioramento" (per gli atleti) è stato apportato dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) in occasione del Consiglio Nazionale del 23.03.2004, giorno in cui il massimo organo sportivo ha deliberato l'abolizione del vincolo sportivo a tempo indeterminato (nella pallavolo il vincolo era previsto fino al compimento del 34° anno di età). In realtà, più che di miglioramento, si è trattato di una attenuazione ad un ostacolo che ancora oggi rappresenta un non trascurabile limite alla piena libertà degli atleti di praticare la propria disciplina sportiva.

Tornando alla pallavolo, la FIPAV ha introdotto nella stagione sportiva 2006/2007 una nuova regolamentazione che, però, si applica solo agli atleti che hanno fatto il primo tesseramento a partire dalla stagione 2005/2006; per tutti gli altri, è invece ancora attivo il vincolo a tempo (quasi) indeterminato.

La normativa FIPAV attualmente in vigore prevede che fino ai 14 anni il vincolo ha durata annuale, con la conseguenza che il giovane tesserato, nel periodo tra i 5 e i 13 anni di età, può decidere alla fine della stagione agonistica (30 giugno) se rimanere o se cambiare squadra, senza che il sodalizio presso il quale ha giocato possa vantare alcun diritto economico e/o sportivo nei suoi confronti.

La vera e propria instaurazione del vincolo si verifica all'inizio della stagione sportiva (1° luglio) durante la quale il giovane atleta compie il 14° anno di età (13° per chi è nato dopo il mese di giugno, visto che la Federazione, ai fini dell’instaurazione del vincolo, tiene conto dell'anno solare di nascita) con la nascita di un legame decennale che dura fino alla fine della stagione sportiva di compimento del 24° anno di età. Salva la disciplina del vincolo "speciale" prevista per gli atleti di Serie A e per gli atleti stranieri, quella "generale" (oggetto del presente articolo) prevede che l'atleta, concluso il primo "step" decennale di vincolo, ha due possibilità: rimanere vincolato per altri cinque anni presso il sodalizio in cui è cresciuto, oppure trasferirsi a tempo indeterminato in uno nuovo, instaurando con quest'ultimo un legame di durata sempre pari a cinque anni. In questa seconda ipotesi al sodalizio di primo tesseramento deve essere - di regola - riconosciuta una indennità calcolata sulla base dei parametri pubblicati nella Guida Pratica della FIPAV. Tali parametri, che variano a seconda del "Curriculum Vitae" dell'atleta, vanno utilizzati solo in caso di mancato accordo tra sodalizio cessionario e sodalizio cedente (o tra atleta e sodalizio di primo tesseramento nel caso in cui il primo voglia personalmente sostenere il costo dell'indennizzo), visto che nessuna norma federale vieta il trasferimento a titolo gratuito, a cifre minori o addirittura maggiori di quelle risultanti dai calcoli con i parametri della FIPAV.

Sia nell'ipotesi in cui l'atleta "rinnovi" con il sodalizio di primo tesseramento, sia che si vincoli con altra associazione/società, il nuovo vincolo avrà comunque durata fino alla fine della stagione di compimento del 29° anno di età.

Lo "step" successivo, ancora di durata quinquennale, termina alla fine della stagione in cui l'atleta compie il 34° anno di età; a questo punto è dovuto un ultimo indennizzo alla società di tesseramento, calcolato - in caso di mancato accordo tra le parti - sempre sulla base di determinati parametri stabiliti dalla FIPAV.

Dopodiché la durata del vincolo tornerà ad essere annuale.

Giova evidenziare che ai fini della durata del vincolo risulta determinante solo ed esclusivamente il momento in cui viene effettuato un primo tesseramento, visto e considerato che ciò può verificarsi a qualsiasi età (ad esempio, si può cominciare a giocare già maggiorenni oppure, a seguito di uno scioglimento coattivo del vincolo, se ne può instaurare uno nuovo con altro sodalizio) e quindi anche all'interno di uno degli "step" sopra citati. Ma in ogni caso permangono gli effetti collegati al compimento del 24°, 29° e 34° anno di età.

Pertanto, ai fini pratici, chi sottoscrive un primo tesseramento a 23 anni, potrà dopo un solo anno decidere se cambiare - con gli oneri previsti - o meno squadra.

Fatto salvo il caso in cui si inizi in età "avanzata", la durata rappresenta di regola uno dei due aspetti che portano a qualificare il vincolo come istituto contrario alla piena libertà dell'atleta, peraltro tutelata sia da norme nazionali che transnazionali, visto che il pallavolista, dilettante per statuto in qualsiasi serie, continua ad essere vincolato per troppo tempo ad una associazione/società dilettantistica. A quest’ultima, d’altra parte, deve essere giustamente riconosciuto un premio per avere cresciuto l’atleta.

E' proprio questo il punto in cui si dovrebbe trovare maggiore equilibrio tra il diritto degli atleti di praticare liberamente la disciplina sportiva prescelta e il diritto delle società a ricevere un "premio addestramento".

Salvo l'esborso economico da parte di altro sodalizio (in molti casi, da parte dell’atleta di tasca propria) o l'indulgenza del club a rilasciare il nulla osta di trasferimento a tempo indeterminato per una cifra irrisoria (da segnalare, inoltre, che qualche sodalizio prevede nel proprio statuto l'inesistenza del vincolo), l'altra via per far cessare tale legame è rappresentata dalle tipiche - in quanto previste dai regolamenti federali - modalità di scioglimento del vincolo …

Ma tale argomento sarà trattato nel prossimo articolo.


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